di Marcello Milazzo
Lo ammiravamo non più di quattro anni fa, nei campi del calcio giovanile regionale lucano, fantasticando su quale fosse il prospero futuro, per il giovane talento 2001, di provenienza gambiana, approdato in terra italica, in uno dei cosiddetti viaggi della speranza, con un precario barcone nelle coste del Mediterraneo, e poi adottato dalla terra lucana, rifugiatosi in quel di Ruoti, e alla corte calcistica della Virtus Avigliano di Tonino Summa, dove disputò metà del torneo Under 17 Regionali del 2016/17.
Ma il suo scatto perentorio, la sua esplosività, la sua presenza in ogni parte del campo, in terreni spesso terrosi dei nostri palcoscenici, la facilità con cui si beveva letteralmente i giovani avversari che cercavano di contrastarlo, sembrava comunque già un preludio profetico, di quelle che stanno per concretizzarsi come apoteosi odierne, in una escalation, che lo vide prima accasarsi con le maglie del Chievo, tramite l’intercessione di Pastoriello, e superare un periodo di stand by e di fermo agonistico, per la risoluzioni di problematiche a carattere burocratico con la Fifa.
Una volta chiaritasi e regolarizzatasi la sua posizione, già dalla fine del 2017, Musa Juwara cominciò a ritornare nel calcio giocato, dove nella Primavera dei clivensi, si fece notare a suon di gol, e dove fece il suo esordio in serie A, nel maggio dello scorso anno, contro il Frosinone. Due stagioni nella società veneta, per poi essere ceduto al Bologna, dove lo stesso Mihajlovic, il Mister d’acciaio dei felsinei lo accolse alla sua corte, seguendo le sue gesta nel settore giovanile rossoblu, per poi prima farlo esordire in Coppa, e per poi integrarlo definitivamente nella rosa del campionato.
Il sogno comunque è continuato, inanellando prima piccoli spezzoni, poi presenze intere in partite di serie maggiore, ed oggi, una nuova gioia infinita, quella del primo timbro ufficiale in serie A, con un gol di grande fattura, segnato addirittura ad Handanovic, nel momentaneo pareggio, della nuova impresa del Bologna, che con l’1-2 finale, ha espugnato il terreno del Meazza dell’Inter, estromettendo di fatto, in modo definitivo, la formazione nerazzurra dalla corsa per lo scudetto.
I riflettori sono adesso puntati tutti su di lui, sulla promessa che diviene sempre più realtà, ricordando quando chiedeva a destra e manca quattro anni fa, poco dopo il suo arrivo in Italia, per poter sapere, come riuscire il prima possibile a “giocare in serie A e diventare un grande calciatore”. Ecco adesso non avrà sicuramente più bisogno di chiederlo.